domenica 13 maggio 2007

il nuovo piano regolatore

Lasciamo da parte le scaramucce elettorali e torniamo ai contenuti importanti.
Pubblico anche qui un intervento che ho già fatto sul sito di Borgomanero Viva a proposito del piano regolatore.

Mi concentrerò su tre argomenti:
1) i tempi di realizzazione e presentazione del PRG.
2) le varianti al PRG attuale approvate in attesa di quello nuovo.
3) il principio della perequazione

I tempi
Sono molti anni che si sta lavorando al nuovo piano regolatore. Credo che Borgomanero non si discosti dalle medie nazionali in quanto a tempi di completamento. Si tratta di un progetto complesso che coinvolge anche altri enti e richiede innumerevoli approvazioni.
Nel caso specifico di Borgomanero so che un fatto ha causato parecchi ritardi: è il problema del piano di assetto idrogeologico (PAI). A seguito di uno studio commissionato dalla provincia (giunta Pagani) sono state definite delle aree di esondazione molto ampie intorno all'Agogna (troppo ampie e inutilmente ampie secondo una opinione condivisa da maggioranza e opposizione) che includono, tra l'altro, tutta l'area alle spalle della caserma della polizia.
L'amministrazione ha tentato di chiedere una revisione delle zone di esondazione. Non avendola ottenuta in tempi brevi si è trovata di fronte a due alternative: insistere con i ricorsi, congelando nel frattempo il piano regolatore, oppure prendere atto del piano idrogeologico e procedere con il piano regolatore. È stata scelta la seconda via, commissionando nel contempo una sorta di “controperizia” sulle zone di esondazione.
Questo ha comunque comportato dei ritardi e la necessità di ridefinire la localizzazione dei campi da calcio e della sede della croce rossa che erano previsti appunto tra la caserma della polizia e via Pertini. Di fatto il piano è stato completato a pochi mesi dalle elezioni e la maggioranza ha deciso di presentare pubblicamente il lavoro svolto, però senza procedere ad una approvazione “a tappe forzate”, credo sia stata anche una scelta rispettosa nei confronti del prossimo sindaco.

Le varianti
In attesa del nuovo piano sono state portate in consiglio delle varianti al piano regolatore, dei piani particolareggiati e dei piani esecutivi convenzionati. In alcuni casi (per esempio nella variante approvata nell’ultimo consiglio) le varianti non modificano l’impianto strutturale del PRG, non incidono su vincoli ambientali, paesaggistici, artistici ecc., non incrementano la capacità insediativa. Si tratta per esempio di interventi che hanno permesso di ristrutturare e risanare edifici del centro storico.
Una seconda tipologia è quella del recupero di aree industriali dimesse, in questi casi i piani convenzionati o piani particolareggiati hanno permesso di riqualificare zone centrali o semicentrali un tempo adibite ad attività produttive. In genere in questi casi il comune ottiene dei benefici come ade esempio realizzazione di opere, proprietà di aree o edifici.
Il caso più rilevante è quello dell’ex torcitura in cui il comune ha ottenuto i due edifici nella zona sud e la realizzazione di alcune rotatorie. Nel caso dell’ex Sampa invece verrà sistemato il parcheggio del campo sportivo.
Cosa ne penso io è presto detto, ho votato a favore, quindi sono favorevole. L’amministrazione deve governare il cambiamento nell’interesse dei cittadini, non “ingessare” il territorio.

La perequazione
Entrando un po’ nel merito del nuovo piano regolatore credo non sia stata prestata la giusta attenzione a uno degli aspetti qualificanti del progetto: il principio della perequazione.

Definizione di perequazione urbanistica: Nel linguaggio urbanistico si intende generalmente per perequazione quel principio la cui applicazione tende ad ottenere due effetti concomitanti e speculari: la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani e la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività.

So che molti tecnici non vedono di buon occhio la perequazione perché rende più complesso il loro lavoro, ma io credo sia un principio importante e un buon motivo per difendere il nuovo piano regolatore.

Oltre alla perequazione altri principi importanti che hanno guidato la stesura del piano regolatore sono:
- è un piano di indirizzo, senza vincoli che prevedano espropri;
- prevede spazi per lo sviluppo della città, ma limita la concentrazione edilizia per mantenere la nostra città “a misura d’uomo”;
- favorisce la rilocalizzazione delle industrie per migliorare la vivibilità delle aree residenziali;
- riorganizza la viabilità complessiva in modo da raccordarsi con la tangenziale in corso di completamento.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Correlando il primo punto (1. i tempi) di questo post di maggio con la decisione di rifare il piano regolatore e con la notizia dell'esercitazione della protezione civile a Borgomanero, si scopre quanto sia sviata ai cittadini l'interazione tra pianificazione sovraordinata e pianificazione locale in tema di assetto idrogeologico.
L'assetto idrogeologico non è nè di destra nè di sinistra; infatti non piace ad entrambi gli schieramenti.

Giuseppe Volta ha detto...

Ti confermo che sia l'attuale maggioranza che la precedente considerano proprio sbagliata l'attuale situazione di vincoli idrogeologici, infatti entrambe si sono adoperate per ottenerne una revisione. Non mi è molto chiaro il senso complessivo del tuo commento, puoi spiegarti meglio?

Anonimo ha detto...

Cercherò di sintetizzare

0) Conviene tenere presente struttura e compiti istituzionali dell'Autorità di Bacino del Fiume Po (acronimo AdbPo, ma presto cambierà)
http://www.adbpo.it/
Conviene tenere presente anche che, come molti altri atti di pianificazione, avviene: a) l'adozione del progetto e la pubblicazione, b) la raccolta delle osservazioni degli interessati c) l'adozione definitiva. Tranne nel caso dei provvedimenti straordinari.

1) Si parte dalla legge 18 maggio 1989, n. 183 che introduce "i piani di bacino" e che prevede "... che i piani di bacino idrografico possano
essere redatti e approvati anche per sottobacini o per stralci ...".
Significa che ad oggi il piano di bacino è un "puzzle" con una numerosità di tessere che aumenta sempre più e le tessere sono i molti atti del C.I. (Comitato Istituzionale), S.T. (Segreteria Tecnica), S.G. (Segreteria Generale), C.T. (Comitato Tecnico) S.T.O. (Segreteria Tecnico
Operativa), Commissioni e sottocommissioni.
Per una visione "bastevole" http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/difesasuolo/pianificazione/varianti.htm

2) La sonnecchiosa AdbPo venne scossa dall'alluvione del 1994 e sull'onda emotiva venne approvato lo stralcio chiamata "PS45"
http://www.adbpo.it/on-line/ADBPO/Home/Pianificazione/Pianistraordinariapprovati/PianostralcioripristinoassettoidraulicoPS45.html. oppure
alla pagina http://www.adbpo.it/on-
line/ADBPO/Home/Pianificazione/Pianistraordinariapprovati/PianostralcioripristinoassettoidraulicoPS45/docCatPianovigente.162.1.100.1.html
Dal punto di vista territoriale il PS45 è limitato al Tanaro ed all'asta del Po ma è prodromico per quello che venne dopo.

3) Senza clamore con deliberazione n. 26 del 11 dicembre 1997 il C.I. adotta il piano stralcio delle fasce fluviali "PSFF".
Cosa contiene il PSFF?:
Sostanzialmente la definizione di "fasce fluviali", tavole grafiche alla scala 1:25.000 e 1:10.000 di delimitazione delle fasce fluviali e Norme di Attuazione, sono soprattutto le NTA che interessano in quanto cogenti e da recepire "tal quali".
Dal punto di vista geografico il PSFF non interessa l'Agogna ma le NTA adottate sono più o meno quelle che poi si ritrovano nel PAI
attualmente vigenti.
Nella pagina del PSFF è interessante osservare come il PSFF non è "rigido" ma in continuo mutamento a seguito di "varianti". Tale
impostazione è definita come "piano-processo" ed è comune a tutti gli atti di pianificazione stralcio del Piano di Bacino. Quindi se i piani sono modificabili il "focus" si sposta sulle procedure tecnico-politiche con cui ciò avviene perchè se si sbaglia si rischia la bocciatura della proposta di variante (potrebbe essere quello che è avvenuto a borgomanero)
http://www.adbpo.it/on-line/ADBPO/Home/Pianificazione/Pianistralcioapprovati/PianoStralciodelleFasceFluvialiPSFF.html
4) Altro impulso fu l'evento di Sarno in seguito al quale venne approvato lo stralcio noto come "PS267" (legge del 3 agosto 1998, n. 267)
http://www.adbpo.it/on-
line/ADBPO/Home/Pianificazione/Pianistraordinariapprovati/PianostraordinarioperleareearischioidrogeologicomoltoelevatoPS267.html
Sintetizzo molto ma il PS267 ha criteri di impostazione definiti in funzione delle linee generali di azione fissate dal Piano stralcio per l’Assetto
Idrogeologico (PAI) (allora in gestazione, cioè AdbPo si è preoccupata che quanto anticipato con il PS267 nel 1998 risultasse coerente con il PAI adottato nel 1999 e approvato nel 2001. Il PS 267 è stato approvato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 14 del 26 ottobre 1999;
con successive deliberazioni n. 20, in data 26 aprile 2001, e n. 5, del 3 marzo 2004, il Comitato istituzionale ha approvato un primo ed un
secondo aggiornamento del Piano. Perchè interessa PS267? perchè amplia l'azione pianificatrice di AdbPo. non si parla più solo di fasce fluviale ma di frane, dissesti, esondazioni, ecc.

5) PAI. Il pai amplia il numero di corsi d'acqua fasciati (e qui che compare l'agogna) ed introduce i "dissesti"
Con deliberazione C.I. 11 maggio 1999 n.01 "ADOZIONE DEL PROGETTO DI PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (art.
17, comma 6 ter e art. 18, comma 10, della legge 18 maggio 1989, n. 183) venne adottato il PAI.
Attenzione che il PAI, come un normale strumento di pianificazione è stato adottato come progetto, pubblicato, osservato e adottato definitivamente con delibera C.I. 26 aprile 2001 n.18.
dopo la pubblicazione nel 1999 ci fu un periodo aperto alle osservazioni di soggetti pubblici e privati. E' in questo periodo che si colloca e si
differenzia l'azione della Giunta Pagani. Infatti mentre la stragrade maggioranza delle osservazioni intasarono gli uffici preposti al loro esame (tanto che anche per questo fu modificata la procedura introducendo le conferenze provinciali, L.365 - Soverato) Pagani commissionò ad una
società di ingegneria uno studio idrodinamico di dettaglio sui torrenti Agogna e Terdoppio (Studio idrodinamico di dettaglio e messa a punto del Piano per l’Assetto Idrogeologico a scala provinciale dei torrenti Agogna e Terdoppio realizzato dalla Provincia di Novara come
approfondimento, a livello locale, delle indagini e delle valutazioni condotte da questa Autorità, e trasmesso con nota prot. n. 5800 del 14 febbraio 2000). Lo studio suddetto fu redatto sulla base degli stessi criteri con cui erano state redatte le fasce fluviali adottate con la delibera
C.I. 11 maggio 1999 (lo studio di ingegneria era lo stesso che aveva definito le fasce oggetto di osservazione sic! ...) ma fu sottoposto direttamente ad una sottocommissione di AdbPo. Cioè mentre molti sciagurati annaspavano, pochi ben instradati andavano direttamente nelle
stanze dei bottoni. Il risultato è la deliberazione tecnica C.I. n° 10 del 16 marzo 2000 "DELIBERAZIONE N. 1/99 ADOTTATA DAL COMITATO ISTITUZIONALE IN DATA 11 MAGGIO 1999 – VARIAZIONI ALLA DELIMITAZIONE DELLE FASCE FLUVIALI DEI TORRENTI
AGOGNA E TERDOPPIO IN PROVINCIA DI NOVARA".
Nel sito di adbpo è sparito un documento che spiegava dettagliatamente le differenze tra le fasce adottate con delibera C.I. n.1/99 rispetto a quelle adottate con delibera C.I. n. 10/2000, ma in sostanza il documento provava che era un rifacimento parziale ad hoc (o ad personam) per
salvare alcune situazioni particolari (area industriale a Fontaneto d'Agogna, area Cim, Palanastri), riducendo le fasce o introducendo fasce di progetto (convenzionalmente note come B*) in queste zone a discapito di altre in cui le fasce venivano aumentate "a compenso" (in genere le zone a valle delle zone "fatte salve".
Cosa sottaciuta dai più è che le fasce furono modificate solo parzialmente! in sostanza la "messa a punto" era solo parziale; per gran parte
del territorio novarese continuavano (e continuano) a valere le fasce deliberate C.I. n. 1/99.
Cosa scandalosa è che un solo comune fu molto avvantaggiato da una presa di posizione di AdbPo, che per esso solo considerò lo studio idrodinamico di Pagani come "verifica della compatibilità idraulica e idrogeologica delle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti con le
condizioni di dissesto presenti o potenziali rilevate ... avvalendosi, tra l’altro, di analisi di maggior dettaglio eventualmente disponibili in sede regionale, provinciale o della Comunità montana di appartenenza" (comma 2 art. 18 NTA PAI).
http://www.adbpo.it/on-line/ADBPO/Home/Pianificazione/DeliberazionitecnichedelComitatoIstituzionale/artCat2000.9.1.200.1.all.html
http://www.adbpo.it/on-line/ADBPO/Home/Pianificazione/Pianistralcioapprovati/PianostralcioperlAssettoIdrogeologicoPAI/Presentazione.html

5bis) Siamo nel 2007, quasi 2008. Le NTA del PAI sono cogenti dal 2001 - 2003 (è diverso il caso delle fasce immediatamente cogenti dai
dissesti per i quali vale http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/difesasuolo/pianificazione/pai.htm.
I cittadini sono consapevoli di queste "cogenze" oppure lo sono solo gli "addetti ai lavori"?

6) A complicare il quadro si deve tenere conto del "viraggio" di AdbPo verso posizioni più moderne in tema di corsi d'acqua e di pianificazione
di bacino (vedi http://www.adbpo.it/on-line/ADBPO/Home/articolo615.html). In sostanza le "vecchie" definizioni dei criteri di delimitazione delle
fasce sono un pò superati.

Conclusioni

a) il PAI di per sè non ha causato ritardi, bensì i ritardi sono dovuti (credo) ad approcci tecnico-amministrativi non perfettamente centrati. Quando un problema "tecnico" viene trattato come un problema "politico" questi sono i risultati.
b) L'amministrazione non "ottiene" ma "propone" una revisione (variante per le fasce fluviali - quadro del dissesto di maggior dettaglio per il
resto). Il pallino era ed è in mano all'Amministrazione ed è un peccato che la vecchia amministrazione si sia lasciata sfuggire la conclusione dell'operazione "adeguamento al PAI" perchè la conclusione andrà a beneficio dell'amministrazione attuale la quale potrà anche sfruttare al meglio la situazione.
c) la "revisione" non si ottiene con un'opinione, sia pur condivisa, ma con approcci tecnico-scientifici. Ed è forse non aver compreso questo punto la causa dei ritardi.
d) non c'era e non c'è spazio per "ricorsi" per cui non era un atteggiamento produttivo insistere.
e) Bhè se la nuova amministrazione farà ciò che si è proposta allora stiamo in campana.

Anonimo ha detto...

aggiungo un fatto al punto 5)
Il comune di Borgomanero con d.g.c. n. 273 del 20 ottobre 1999 al punto 2 del deliberato aderì alla proposta formulata dalla provincia di Novara negli incontri del 7.9.99 e 12.10.99 per l'attivazione di uno specifico studio e verifica delle aree afferenti alla fascia fluviale del fiume Agogna volto alla presentazione di osservazioni inerenti il Progetto di Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico all'Autorità di Bacino.
Lo studio di cui si narra è quello che portò alla delibera C.I. n° 10/2000 e che ho richiamato nel precedente intervento.
Avendo deliberato "carta bianca" alla Provincia il Comune difficilmente potè in seguito sostenere l'inadeguatezza di quanto realizzato dalla Provincia medesima!

Anonimo ha detto...

non ci ho capito un cas e tengo perfino la laurea: gotto spiegaci te per favore, come consueto senza peletti sulla lingua come stanno le cose
Firmato: un ammiratore di vecchia data

Giuseppe Volta ha detto...

Evidentemente anonimo conosce molto bene la materia e le vicede del PAI in particolare. Il suo post è molto interessante.

Dello studio commissionato dalla giunta Pagani si parlò molto anche in campagna elettorale: in questo post del 14-5 sulle
aree non edificabili a San Marco scrivevo appunto che il PAI aveva favorito Fontaneto e penalizzato Borgomanero, come ci spiega meglio anonimo con ampiezza di citazioni e riferimenti.

Se interpreto bene il commento di anonimo, mi sembra di capire che nel '99 la giunta Pastore (con Cerutti in maggioranza) si accodò alla provincia avallandone l'azione che favorì la Z.I di Fontaneto e penalizzò Borgomanero. Nel secondo mandato tentò di recuperare, prima con lo strumento inefficace dei ricorsi (o delle osservazioni) che hanno fatto solo perdere tempo, e successivamente con quello più efficace di uno studio scientifico (quello citato nel mio post) che però è stato completato a fine mandato, quindi perdendo la possibilità di coglierne i frutti (ma va comunque a vantaggio della citta direi, mettendo da parte la competizione poiltica).

Anonimo ha detto...

Aggiungo altro.

Contano le date degli accadimenti.
Nel 1998 il D.L.gs. 112 (bassanini) conferisce funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali in attuazione del capo I della L. 15 marzo 1997, n. 59.

In attuazione del D.lgs 112/98 la Regione con la L.R. 44/2000 conferisce funzioni alle province come già disposto dalla vecchia Legge 142 del 1990 (N.B. è la 142 e non la 124 come si legge nel link che segnalo in seguito)
http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/difesasuolo/pianificazione/ptcp.htm

Cosa c'entra ? la pagina web linkata è self-explaining.
Con le intese Autorità di Bacino - Provincia si corre il rischio di comprimere la voce dei comuni.

Tornato ai fatti del 2000 in sostanza la giunta Pagani colse l'attimo offerto dal trasferimento di funzioni per svolgere un ruolo forte, del tutto legittimo, precorrendo i tempi.

Aggiungo al post stralci dall'allegato alla deliberazione C.I. n. 10/2000 del 16 marzo 2000.
Sono i commenti alle modifiche apportate.

"...Da Briga Novarese a San Martino. Si rilevano le seguenti modifiche (alle fasce fluviali) - Locali ampliamenti della fascia B con recupero di aree di espansione. - prolungamento della fascia B di progetto presente in sponda sinistra a monte del centro abitato di borgomanero. - introduzione di tratti saltuari di limite B di progetto in sponda destra e sinistra in corispondenza e a valle del centro abitato di borgomanero.
Da San Martino (A26) a Prati di San Clemente:
- a valle dell'attraversamento dell'A26 la fascia B viene ridotta in sponda sinistra tramite l'introduzione di un limite B di progetto, corrispondentemente tale fascia viene ampliata in sponda destra...."

salto un pò e vado alle conclusioni:

"si può concludere che le variazioni proposte lungo il corso del fiume Agogna: - conseguono a conoscenze di maggior dettaglio rispetto a quelle del PAI sia per quanto riguarda la morfologia dei luoghi sia per quanto riguarda la presenza di aree fabbricate e di infrastrutture in fase di realizzazione.
- sono coerenti con gli indirizzi e gli obiettivi del PAI, in particolare si prevede di compensare le zone estromesse dalle aree allagabili con il limite B di progetto con l'indroduzione in fascia B di altre aree adiacenti al corso d'acqua. - l'assetto di progetto definito non comporta incrementi significativi delle portate di piena e non dà luogo ad effetti inaccettabili nè localmente nè sulla situazione a valle".