mercoledì 9 gennaio 2008

la finanziaria questa sconosciuta

Nel prepararmi per il dibattito di ieri sera su AltitaliaTV mi sono letto un po' di materiale sulla finanziaria. Ci sono molte cose positive, finalmente si iniziano a vedere i benefici del risanamento e del recupero dell'evasione fiscale. Credo che se fosse correttamente informata molta gente sarebbe meno arrabbiata.
Segnalo in particolare: la riduzione dell'ICI prima casa di 200 euro

(per molti piccoli appartamenti si azzererà), la riduzione delle aliquote IRAP e IRES per le aziende (-8% e -17%) il forfettone per i lavoratori autonomi sotto i 30.000 euro di giro d'affari (una bella semplificazione). Sul lato del risparmio energetico bonus del 55% per le opere di isolamento termico, caldaie ad alta efficienza, pannelli solari. Eliminazione del ticket di 10 euro per visite specialistiche (c'era già, confermato) e per gli esami diagnostici (dal 2008)
Ma le novità positive sono molte, un elenco più completo lo trovate sul sito del governo.

44 commenti:

Anonimo ha detto...

Giuseppe la mia opinione è che è del tutto insufficiente questa finanziaria. Non vi è alcuna ridistribuzione del reddito, permangono ingenti tagli alle imprese e contentini a favore dei lavoratori. Ma tutti questi tagli ci rendiamo conto che vanno a ripercuotersi inevitabilmente sui servizi pubblici anche essenziali? Vanno aumentate miratamente le tasse a quelle categorie di imprenditori che hanno fatto dei grossi profitti in questi anni di contrazione salariale e di sfruttamento dei lavoratori. Questo doveva fare un governo di sinistra.
E invece tagli a tutti, in particolare a favore delle imprese, confermata la legge 30 sulla precarietà, nessuna forma di indicizzazione automaticade dei salari all'inflazione, indebolimento della contrattazione nazionale e sempre maggior legame delle retribuzioni con la produttività e redditività delle imprese. Questa finanziaria avrebbe potuto tranquillamente firmarla Berlusconi o Montezemolo.
Poi la famosa favoletta della lotta all'evasione fiscale...chi ci crede più? A pagare sono sempre gli stessi: coloro che hanno le trattenute direttamente sullo stipendio. Pagano fino all'ultimo centesimo.

Anonimo ha detto...

Alcuni argomenti di Ricki possono essere anche condivisibili ma altri mi lasciano perplesso. Cosa vuol dire indebolimento della contrattazione nazionale? Ci vuoi fare qualche esempio? Per quanto riguarda il livello delle retribuzioni e se esso debba essere legato alla produttività, mi sembra che il governo non abbia competenza in quanto è la contrattazione tra associazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese che regola la materia. E francamente che il salario debba essere anche collegato alla produttività non mi sembra un’eresia e del resto avviene nella maggior parte delle aziende di una certa dimensione che si contratti un premio di produzione legato a parametri di produttività.
Visto che Giuseppe aveva citato qualche cifra magari alzarsi un attimo dai soliti luoghi comuni (paghiamo solo noi lavoratori dipendenti) non sarebbe stato male.

Anonimo ha detto...

Il salario si suddivide in una parte fissa determinata dal contratto collettivo di riferimento, e una parte variabile legata invece alla cosiddetta contrattazione integrativa decentrata e quindi agli altri fattori che sono principalmente produttività e flessibilità dell'impresa e flessibilità dei lavoratori. Per indebolimento della contrattazone nazionale intendo appunto che il trend in corso è quello di diminuire la parte di salario garantita dal CCNL e aumentare la parte invece variabile.
Il governo non conta nella determinazone della proporzione di salario suddivisa tra parte fissa e variabile?? Non sai che anche questa è determinata in sede di rinnovo del CCNL?. Ad esempio ora per i metalmeccanici hanno proposto un rinnovo contrattuale di circa 100 euro di cui ben un terzo "non in busta" in maniera fissa, ma legato alla produttività.
Vuoi qualche cifra?? Il 2007 si è chiuso con un terrificante incremento dei prezzi su base annua: +12,3% il pane, +8,4 la pasta, +7,6 il latte, +4,8 la frutta, +7,3 il pollame, +5,7 uova e formaggi, +13 il combustibile da riscaldamento, +11,6 la benzina, +15,4 il gasolio;
Nel 2007 i debiti delle famiglie italiane con le banche sono aumentati dell’8,45% e si moltiplicano le insolvenze per chi ha contratto mutui per l’acquisto della prima casa. Il 16% degli italiani è sotto la soglia di povertà; Dal 2002 al 2006 LE RETRIBUZIONI DA LAVORO DIPENDENTE HANNO PERSO MEDIAMENTE 2.000 EURO in potere d’acquisto: se la produttività è cresciuta tra il 1993 e il 2006 del 16,7%, il 14,5% è andato alle imprese e solo il 2,2% ai lavoratori.

Giuseppe Volta ha detto...

Provo a rispondere a Ricki. L'effetto redistributivo della finanziaria c'è, ma riconosco che è modesto. La riduzione dell'IRES per le imprese è significativa e ci allinea alla germania, non possiamo prescindere da questi confronti, quindi mi sembra opportuna. Ci sono anche diversi provvedimenti a favore dei cittadini, si aproprietari di casa (-200 euro ICI, detrazioni mutui) sia in affitto (sgravi fiscali, detrazioni), sono stati tolti i tiket per visite ed esami ...

La finanziaria ha (almeno) 3 obiettivi da peseguire: ridurre il debito, sostenere la crescita delle imprese, redistribuire ai cittadini. I soldi vanno un po in ciascuno dei 3 flussi cercando di mediare...

I benefici per i salari sono effettivamente abbastanza ridotti per ora, mi pare che tutti ne siano consapevoli e migliorarli sia il principale prossimo obiettivo del governo.

Sulla lotta all'evasione fiscale non sono assolutamente d'accordo con Ricki. I risultati ci sono, ogni mese le entrate superano le previsioni e questo è dovuto al recupero dell'evasione, che è frutto dei controlli, della certezza che non ci saranno condoni e anche di provvedimenti mirati. Un esempio è il settore immobiliare (che ha avuto enormi profitti) in cui le nuove norme limitano fortemente le possibilità di evasione.

Anonimo ha detto...

Grazie per la lezione di diritto sindacale. Ma mi pare che ti sei risposto da solo: ai lavoratori metalmeccanici Federmeccanica (l’associazione che raggruppa le imprese metalmeccaniche) ha proposto 100 euro di aumento di cui un terzo legato alla produttività mentre i sindacati ne chiedono 107 solo di salario base con un bonus di 30 per le piccole imprese che non fanno contratti integrativi. Il governo non c’entra nulla. Forse, ma non conosco il settore, darà indicazioni per i rinnovi dei contratti dipendenti pubblici.
Per quanto riguarda gli aumenti dei prezzi (e di conseguenza il potere d’acquisto dei salari), siamo in un regime di libero mercato e penso che il governo non possa far nulla per irreggimentarli. Effettivamente il nostro libero mercato è un po’ “libera volpe in libero pollaio” e purtroppo a rimetterci sono sempre i consumatori. Ma anche in questo caso la soluzione dovrebbe essere più liberalizzazioni e quindi più concorrenza ma con tutte le lobbies che ci sono in Italia (dai farmacisti ai tassisti passando per camionisti e benzinai) dubito che il governo avrà mai la forza di fare provvedimenti in favore dei consumatori.
Comunque qualcosa di positivo il povero Prodi l’ha fatto: vendere Alitalia che perde un milione di euro al giorno (e cominciare a tagliare spese improduttive) è un primo passo verso un economia pubblica non più assistenzialista nei settori dove la concorrenza può fare soltanto del bene ma concentrata in settori quali la sanità, l’assistenza e l’istruzione dove deve essere assicurata una tutela minima anche a chi non potrebbe permettersela (e in questo caso sono d’accordo con Ricki che questi servizi essenziali non devono essere tagliati).

Giuseppe Volta ha detto...

sempre a proposito di finanziaria i commenti di Standard&Poors sull'ottimo andamento dei conti rafforzano la convinzione che il governo stia operando bene

Anonimo ha detto...

per la precisione i sindacati confederali (FIM, FIOM e UILM) chiedono 117 di aumento mensile più 30 sempre mensile per chi non ha la contrattazione integrativa. sembra che Federmeccanica abbia già abbandonato la linea degli aumenti legati alla produttività ma è ferma a 100 di aumento mensile più un forfait annuale di 190 per chi non fa contrattazione integrativa

Anonimo ha detto...

In un regime di libero tutti sono legittimati ad adeguare al rialzo i prezzi: perchè piove poco, perchè grandina, o perchè c'è troppo sole e il raccolto brucia... per il cambio euro dollaro o perchè i costi delle materie prime sono aumentati, così come i prezzi dei trasporti o i costi per l'abbonamento al circolo del GOLF...tutti tranne i lavoratori dipendenti, privi di un meccanismo che tuteli il loro potere d'acquisto adeguando automaticamente il salario all'inflazione.
Reintrodurre la scala mobile: questo poteva e doveva fare questo governo. A mio modesto avviso naturalmente.
Per quanto riguarda l'evasione fiscale la realtà è che siamo ben lontani dall'averla debellata. Ma su questo non voglio condannare il governo, il problema principale è la ben poco radicata "cultura della legalità" in Italia rispetto ad altri Paesi.
Del resto l'Italiano medio getta a terra con totale nonchallance cartacce mozziconi o pacchetti vuoti di sigarette. Ed è proprio la stessa persona che poi va in TV a gridare allo scandalo per l'emergenza rifiuti nelle strade.
Comunque ben vengano le iniziative anti evasione, ci mancherebbe.

Anonimo ha detto...

E’ evidente che ormai è aperta ufficialmente la caccia a Prodi e tutti si sentono in dovere di impallinarlo. E questo senza nemmeno preoccuparsi di giustificare le proprie critiche ma utilizzando i soliti argomenti “per sentito dire” degni del giornalismo di approfondimento dei Fede o dei Vespa.
Prendete uno come Ricki, che sembra pure preparato e disquisisce di CCNL e di contrattazione decentrata integrativa e che vorrebbe alzare le tasse per i padroni che sfruttano i lavoratori.
Secondo lui la proposta dei 100 euro legati alla produttività per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici sarebbe del governo. Per fortuna qualcuno è intervenuto a spiegargli che esiste la contrattazione e che il mitico CCNL non è una legge dello stato ma un vero e proprio contratto tra associazioni padronali e sindacati dei lavoratori in cui il governo non c’entra per niente. Eppure il buon Ricki continua a stupirsi e magari prossimamente si indignerà perchè questo governo non interviene in una situazione ingiusta e iniqua per i lavoratori.
E’ naturale che per uno così diventa colpa del governo l’aumento dei prezzi, l’aumento dei debiti delle famiglie italiane, l’aumento del tasso variabile dei mutui, l’aumento delle temperature e l’aumento del distacco del Milan dall’Inter capolista in campionato. Siamo alle solite, piove governo ladro.
Pensare male del governo e della finanziaria è ormai diventato un luogo comune. Tanto che chi tenta di essere un po’ critico e vuole analizzare nei dettagli la manovra finanziaria viene visto come un eccentrico o come un venditore di fumo.
Non mi straccio le vesti per Prodi e i suoi ma se in futuro riuscissero a portare a casa l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie (attualmente al 12,5%, in modo da avvicinarla alla tassazione del reddito – la prima aliquota irpef è al 23 – o a quella delle imprese – 27,5) con contestuale riduzione della tassazione sul reddito, sarebbe un bel successo in tema di equità, redistribuzione del reddito e risorse per i servizi pubblici essenziali per la collettività.
Il meglio è nemico del bene. Questo per dire che sicuramente questo governo non sarà il baluardo dei lavoratori ma siamo sicuri che caduto Prodi arriverà qualcuno che avrà più a cuore le loro sorti?

Anonimo ha detto...

Gorilla ne ho le scatole piene di sentire gli appelli a puntare sull'aumento della produttività da parte del Governo per incrementare i salari... vuoi il link con il virgolettato di Prodi in cui afferma che non verrà dato un Euro senza un incremento della produttività.. eccotelo:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200801articoli/29200girata.asp
Oppure guarda il plauso di Montezemolo a Prodi:
http://www.adnkronos.com/IGN/Economia/?id=1.0.1757061282
o ancora qui
http://keypivot.com/salari-prodi-serve-accordo-aumenti-e-piu-produttivita
Se queste sono le rindicazioni del Governo, Federmeccanica ringrazia..e conta quel che conta che di fatto il CCNL non lo stipuli direttamente il governo.
Federmeccanica con la prposta di vincolare parte di quei 100 euro all'incremento della produttività non ha fatto niente altro che applicar ciò che il governo auspica e ribadisce. Curioso che un governo di sinistra sia più vicino alle posizioni di Federmeccanica che a quelle del sindacato... In ogni caso ti aspetto al varco del CCNL Pubblico Impiego....qualche indicazione la troviamo già sul Memorandum... lì poi mi dirai se il Governo sia o no estraneo alla stipula e se col nuovo contratto sarà o no rafforzata la parte di salario variabile legata alla produttività.

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare quando si legge con il paraocchi ideologico le testuali parole di Prodi: “Ma il Paese si rilancia con l’aumento della produttività e con un grande patto sociale e con un contributo dei datori di lavoro per gli aumenti salariali” diventano nessun aumento senza produttività. Purtroppo a Federmeccanica delle parole di Prodi importa meno di zero, altrimenti si sarebbe messa una mano sulla coscienza e avrebbe dato il proprio contributo agli aumenti salariali come auspicato dal premier.
Non è curioso che un primo ministro dica che per rilanciare il paese bisogna aumentare la produttività, credo che lo dica anche il sindacato. E’ curioso che chi parla in nome dei metalmeccanici continui a sostenere che Prodi è uguale a Montezemolo o a Federmeccanica. Forse rimpiange Berlusconi: lui sì che difendeva per davvero gli operai!
Scusa ma il contratto degli statali non era già stato firmato lo scorso anno?

Anonimo ha detto...

Paraocchi?? A queste dichiarazioni? " stiamo accumulando risorse per venire incontro alla perdita del potere di acquisto dei dipendenti e delle famiglie medio-basse. Ma non verrà dato un euro se non c’è un accordo con le parti sociali per un aumento di produttività e per gli adeguamenti salariali che sono necessari».
Leggila e interpretala come ti pare, ma la sostanza è che "vantaggi" salariali debbano essere subordinati all'incremento della produttività, con tutte le conseguenze che ne derivano...vedi ThyssenKrupp... perchè dietro l'incremento della produttività si cela una realtà di supersfruttamento dei lavoratori fatta di ritmi esasperati, straordinari, turni massacranti, contratti precari, lavoro nero, trascuratezza dei sistemi di sicurezza, nocività, infortuni, malattie, e .. morti. Eppure senza nessun pudore, quando succedono fatti così gravi, i padroni si fingono dispiaciuti della “fatalità”, i politici inneggiano ai controlli che dovrebbero essere fatti, i sindacati, dopo aver assecondato gli interessi produttivistici delle imprese con la flessibilità e la concertazione scoprono la mancanza delle sicurezze.
Intanto si svolge la solita litania delle responsabilità, pochi giorni e tutto ritorna come se nulla fosse accaduto, l’appuntamento al prossimo disastro, mentre i colpevoli se la caveranno come sempre.
Gorilla non in tutti i comparti del Pubblico Impiego è stato già firmato in contratto, e ti garantisco che si è in abbondante ritardo.

Anonimo ha detto...

concordo con Ricki che è evidente che conosce molto bene la realtà produttiva delle fabbriche soprattutto medio piccole fatta di ritmi esasperati, di straordinari e di turni usuranti. ma il problema non sono gli incrementi contrattuali legati alla produttività, che non esistono e non esisteranno mai. ma la possibilità per i padroni di premiare con superminimi personali proprio coloro che si prestano al sistematico sfruttamento della forza lavoro. si vede che tu parli proprio per esperienza diretta e sofferta ma tieni conto che alla Thissen stavano sbaraccando la fabbrica, in pratica lavoravano al 30% della capacità produttiva perchè avrebbero dovuto trasferire tutto a Terni. per esperienza so che in questi casi non si lavora mai a ritmi elevati. piuttosto hanno detto che la ditta non effettuava i controlli degli impianti antincendio e che gli estintori erano ormai vuoti.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo...sul rimpianto verso il governo Berlusconi...facciamo finta che non ho letto. Davvero mi chiedo misteriosamente dove tu abbia potuto dedurre tale conclusione.

Anonimo ha detto...

Clamorose rivelazioni a BallaRicki.
Anche il rogo della Thyssenkrupp è colpa di Prodi e delle sue fisse sulla produttività.
“Per i dipendenti pubblici nessun aumento senza una valutazione seria della loro produttività” sostiene il premier. “Nella pausa cappuccino gli statali dovranno mangiare tre cornetti alla crema in meno di trenta secondi per meritarsi gli aumenti contrattuali”.
Dura reazione dell’Associazione Medici Dietisti: “Così si minano le basi di una corretta dieta mediterranea”. Anche i sindacati sono contrari: “Il costo dei tre cornetti si mangerebbe tutto l’aumento contrattuale”. Berlusconi stigmatizza l’intervento di Prodi e dei sindacati: “E’ il solito carrozzone di forchettoni catto-comunisti che pensa soltanto a mangiare. Consiglio a tutti i lavoratori pubblici di seguire il mio esempio e fare un po’ di digiuno per mantenere la forma. Così vi portate avanti per quando tornerò a fare il presidente del consiglio”.

Giuseppe Volta ha detto...

La realtà scavalca a destra la satira.
Buonanno, vicepresidente prov. VC: i dipendenti devono fare la pausa caffè in piedi, toglieremo le sedie e se le rimettono le cospargeremo di colla per topi.

Anonimo ha detto...

Beato te che riesci con così tanta spensieratezza a fare dell'ironia persino sui cadaveri del rogo. Del resto il capitalismo selvaggio non ha cuore e i suoi sostenitori rispecchiano in toto tale caratteristica.
Si va dai responsabili che appena rimossi i cadaveri volevano far riprendere immediatamente la produzione, dai vertici che se la vogliono cavare attribuendo unicamente le responsabilità alla distrazione dei lavoratori, fino ad arrivar alle persone che come te hanno il coraggio di far umorismo sui morti. C'è ben poco da ridere secondo me...

Anonimo ha detto...

Le ultime notizie intendevano fare dell’ironia su chi usa come pretesto le parole degli altri per costruire ragionamenti scombinati (come ad esempio condannare come sostenitore dei campi di sterminio chi magnifica le qualità del suo forno a gas).
Considerare Prodi come uno spietato turbocapitalista insensibile alle esigenze dei lavoratori è veramente tutto da ridere. Prodi è un perfetto democristiano e le sue parole si collocano nel solco della dottrina sociale della Chiesa che non demonizza la produttività del lavoro ma ritiene che “l'integrale sviluppo della persona umana nel lavoro non contraddice, ma piuttosto favorisce la maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso” (dall’enciclica Centesimus Annus). Insomma da buon democristiano cerca di accontentare tutti: capitale e lavoro.
Nel compendio della dottrina sociale cattolica si dice: è indispensabile che, all'interno dell'impresa, il legittimo perseguimento del profitto si armonizzi con l'irrinunciabile tutela della dignità delle persone che a vario titolo operano nella stessa impresa. Le due esigenze non sono affatto in contrasto l'una con l'altra, dal momento che, da una parte, non sarebbe realistico pensare di garantire il futuro dell'impresa senza la produzione di beni e servizi e senza conseguire profitti che siano il frutto dell'attività economica svolta; d'altra parte, consentendo alla persona che lavora di crescere, si favorisce una maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso. (per maggiori approfondimenti vedi al seguente indirizzo: http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html).
Chissà se anche in questo caso l’anticapitalista Ricki condannerà il magistero della Chiesa e “tutte le conseguenze che ne derivano...vedi ThyssenKrupp... perchè dietro l'incremento della produttività si cela una realtà di supersfruttamento dei lavoratori”.
Ma perché tutto questo odio per la produttività? Caro Ricki non è che hai paura di non riuscire a mangiare i tre cornetti in meno di trenta secondi?

Anonimo ha detto...

Me la spieghi quella dei tre cornetti in meno di 30 secondi? Vabbè dai Prodi santo subito. Sei contento? Da buon democristiano cerca di accontentare tutti ma a quanto pare con pessimi risultati, visto che invece riceve bastonate da tutti, persino dasuoi alleati. Si ok ha mangiato il panettone (in meno di 30 secondi?)arrvando al 2008 contrariamente a quanto pronosticato dalla minoranza, ma a sentire il parere della gente non mi pare che la gente sia molto soddisfatta.Beatificata l'opera Omnia di Romano, ti ricordo che ho scritto nel post precedente attraverso quali sistemi molte imprese rincorrono gli incrementi della produttività, ovvero lavoro nero, precariato, turni massacranti, straordinari esagerati (adesso persino detassati!)flessibilità degli orari non concordata col lavoratore ma imposta, mancato rispetto delle elementari regole sulla sicurezza del lavoro etc... Fatti un giretto nelle fabbriche e dimmi se non è così. Ora che ti ho risposto sul perchè non mi piace un sistema che leghi sempre più i salari alla produttività dell'impresa, rispondi tu ad una domanda: perchè invece non legare i salari all'inflazione? Quanti anni dovremo aspetare per renderci conto che l'eliminazione della scala mobile ha comportato una progressiva ed inarrestata compressione dei salari e la continua perdita di potere d'acquisto da parte dei lavoratori?

Anonimo ha detto...

Mi sembra assurdo spiegare le battute ma visto che me lo chiedi ti accontento.
Innanzitutto, come già detto, non mi sono mai sognato di fare dell’ironia sui morti di Torino. Piuttosto ho tentato di farla sull’uso diciamo disinvolto dei ragionamenti degli altri da parte tua. Sostenere che la produttività si fonda SOLTANTO sullo sfruttamento dei lavoratori è una balla colossale. Anche innovazioni tecnologiche possono portare ad un aumento della produttività. Ad esempio in Inghilterra durante la Rivoluzione Industriale la produttività è aumentata in maniera esponenziale grazie all’introduzione dei telai meccanici, delle macchine a vapore e delle macchine industriali.
Tra l’altro penso che, visto che il costo del lavoro in Italia non è tra i più bassi del mondo, la nostra economia deve sfruttare proprio l’aumento della produttività, insieme con la qualità dei prodotti, per mantenere le proprie quote di mercato e magari espanderle.
Da quello che scrivi mi sembri più preparato sul lavoro pubblico che su quello privato e quando dici “in ogni caso ti aspetto al varco del CCNL Pubblico Impiego....qualche indicazione la troviamo già sul Memorandum... lì poi mi dirai se il Governo sia o no estraneo alla stipula e se col nuovo contratto sarà o no rafforzata la parte di salario variabile legata alla produttività”, cosa intendi? A parte presentare gli aumenti contrattuali come legati alla produttività (dichiarazione che fa fino ma non impegna), in effetti il Governo quali parametri userà per valutare la produttività del lavoro pubblico? E qui vengono in ballo i tre cornetti alla crema da consumare in trenta secondi. Perché se non si trovano parametri oggettivi su cui misurare la produttività (nel settore industriale la produzione piuttosto che lo scarto, per cui se aumenta la prima e diminuisce il secondo la produttività è aumentata), ho paura che anche se nominalmente parte variabile dello stipendio questi aumenti verranno assegnati comunque a tutti i lavoratori. E quindi non vedo perché scaldarsi tanto.
Con gli accordi del ’93, gli aumenti contrattuali si calcolano tenendo conto dell’inflazione programmata con il recupero di quella effettiva del biennio precedente. Quindi anche se spostato nel tempo, il recupero dell’inflazione avviene comunque. Effettivamente in una fase come quella attuale di aumento dell’inflazione potrebbe essere meglio avere dei meccanismi automatici di adeguamento salariale, anche se alcuni economisti sostengono che la scala mobile è un meccanismo che produce inflazione.

Anonimo ha detto...

Uso disinvolto dei ragionamenti altrui? E' una tua personale opinione... io a suffragio delle mie affermazioni su quelle altrui ho riportato il link con l'intervista con tanto di virgolettato.
Capitolo produttività. Nel momento stesso in cui tu affermi (e addirittura lo evidenzi col carattere maiuscolo)che l'aumento della produttività non avviene SOLTANTO attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, in maniera implicita affermi la presenza anche di tale componente. Per me è già più che sufficiente per affermare che è un sistema che mi trova in contrasto.
Vero che anche le innovazioni possono far aumentare la produttività, ma lascio ad ognuno che conosce la realtà delle imprese, soprattutto medio piccole, determinare con che proporzione le aziende abbiano effettivamente puntato sull'innovazione rispetto a quanto invece hanno fatto ricorso al precariato o al lavoro nero o a tutti quegli altri strumenti di sfruttamento che ho precedentemente elencato.
Il Memorandum del Pubblico Impiego è un accordo siglato il 18 Gennaio scorso tra Ministro Nicolais e sindacati confederali.
Infine prendo atto che anche tu sostieni che, in ogni caso, sia meglio legare i salari in maniera automatica all'aumento dei prezzi: potevamo arrivarci prima a questa conclusione e risparmiarci tutta la polemica.
Comunque, gli aumenti dei prezzi di questi anni dimostrano che l'inflazione reale è galoppante, pur senza la vigenza della scala mobile, che rappresentava di fatto il "salvagente" che consentiva ai lavoratori di non affondare progressivamente nella povertà.
Concludo qui il mio intervento nel Forum, procedete pure a parlare di Finanziaria....si è divagato. Saluti a tutti e scusa per l'intrusione e il disturbo Giuseppe.

Giuseppe Volta ha detto...

Nessun disturbo ovviamente, il blog è fatto apposta, al contrario vi ringrazio e colgo l'occasione per sottolineare che per me è motivo di grande soddisfazione leggere spesso commenti scritti evidentemente da persone informate e competenti. La qualità del blog è fatta anche, e in questo caso soprattutto, dalla qualità dei commenti.

Anonimo ha detto...

Anch’io ho trovato molto interessante la discussione e vorrei intervenire anche se non conosco la Finanziaria ma mi interessa l’argomento produttività. Sono operaio metalmeccanico in una rubinetteria e dò ragione a Ricki sul fatto che le imprese non investono in tecnologia per aumentare la produttività. Ma questo perché con la concorrenza che c’è pochissimi hanno interesse ad espandere la produzione. E proprio per lo stesso motivo non c’è necessità si sfruttare i lavoratori con turni massacranti e tutte le altre cose dette da Ricki. Tutto questo discorso di salario legato alla produttività nel 90% delle aziende della zona non ha senso perché non viene contrattato il premio di produzione. Come ha detto bene Meccanico con il superminimo in busta o più spesso in nero il padrone si assicura la disponibilità e la flessibilità di alcuni lavoratori e questo basta per coprire i picchi di produzione con i loro straordinari.
Da cittadino ed utente dei servizi pubblici mi sembrava interessante l’argomento produttività introdotto da Ultime notizie. Anche a me interesserebbe sapere quali criteri il Governo intende utilizzare per valutare la produttività del settore pubblico e se qualcuno conosce il contenuto del Memorandum del pubblico impiego. Ricki non ha risposto ma magari qualcun altro ha più informazioni.
Tutti questi discorsi sulla produttività mi fanno un pò ridere soprattutto nel settore pubblico dove sò per conoscenza di amici che ci lavorano che non esiste alcuno strumento per valutare la produttività del lavoro e tutti vengono trattati alla stessa maniera.

Anonimo ha detto...

Il memorandum del pubblico impiego è un protocollo stipulato dai sindacati confederali CGIL CISL e UIL esattamente un anno fà con il Governo.
In questo accordo si parla per la prima volta di "misurabilità" dell'efficienza dei dipendenti. Cito testuamente "Saranno introdotti nei CCNL sistemi di misurazione e valutazione e criteri di accertamento dell'apporto individuale alla produttività. Il raggiungimento dei risultati costituisce uno strumento di differenziazione del trattamento economico".
Naturalmente non detta quali siano i criteri oggettivi, come diceva giustamente Ricki dovremo aspettare il testo del CCNL per conoscere questi criteri.
Apparentemente può apparire un accordo popolare.
Ma chissà come saranno contenti i cittadini quando sapranno che un ausiliario, verrà "misurato" in base al numero di sanzioni emesse e ne trarrà un vantaggio economico all'accrescere del suo operato... chissà se effettivamente i cittadini saranno contenti quando la i vigili limiteranno la durata dell'arancione nei semafori ad un solo secondo, perchè verranno "misurati" e retribuiti in base al numero di verbali emessi.

Anonimo ha detto...

E i poliziotti verranno pagati in base al numero di latitanti arrestati, i medici in base al numero di operazioni riuscite, i vigili del fuoco in base al numero di gatti salvati dal cornicione … E naturalmente tutti faranno le pratiche alla carlona perché saranno pagati in base al numero di provvedimenti emessi e perciò dovranno farne il più possibile.
Come in un film di Ridolini vedremo frotte di impiegati pubblici chini sul tavolo di lavoro a timbrare documenti a ritmi frenetici, indossando le famose mezzemaniche per non rovinare i gomiti della giacca. E gli spazi intorno alle macchinette del caffè resteranno desolatamente vuoti …
Effettivamente non so nemmeno io se i cittadini saranno tanto contenti.

Anonimo ha detto...

Palle!! Guadagneranno coloro che sanno "leccare" bene ai dirigenti e ai politici di turno. Penalizzati quelli "scomodi" anche se lavorano dieci volte più dei lecchini. Non penso proprio che il servizio diventi più efficiente per i cittadini. Pensate al centralinista che, anzichè impiegare 5 secondi a smistare all'ufficio competente la chiamata, si troverà nella necessità di dover registrare tale operazione affinchè sia "misurata" e "contabilizzata" nel proprio carico di lavoro e dovrà registrare tutti i dati anagrafici della persona che ha telefonato. Solo una volta completata la registrazione potrà inoltrare la chiamata all'ufficio che inizierà anch'esso ad ascoltare il cittadino solo dopo aver registrato tutti i dati dello stesso. E speriamo che il centralinista abbia imbroccato al primo colpo l'ufficio competente o che la richiesta non renda necessario il coinvolgimento di altri uffici.

Anonimo ha detto...

Ci ha visto lungo Ricki quando ha parlato di attacco al Contratto Nazionale! Addirittura Federmeccanica pensa addirittura di poterne fare a meno legittimamente:

http://rassegnastampa.formez.it/rassegnaStampaView2.php?id=75355

Anonimo ha detto...

O magari non aveva capito nulla perché secondo lui l’attacco alla contrattazione nazionale veniva dal Governo ed era contenuto nella Finanziaria.
Mentre invece il Governo sta cercando di far riaprire le trattative e comunque critica le iniziative unilaterali di Federmeccanica:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200801articoli/29361girata.asp

Anonimo ha detto...

Aridaie. Ho già risposto e spiegato abbondantemente a tal proposito. La Finanziaria avrebbe potuto essere la "sede" adatta per il ripristino della scala mobile. Ovvero un sistema che determinasse a livello "centrale" i salari legandoli all'andamento inflattivo. Così non è stato. In aggiunta, in perfetta sintonia con Confindustria, si sprecano le "attenzioni" del Governo nei confronti della produttività delle imprese... risultato: dapprima Federmeccanica si sente legittimata a fare una proposta di rinnovo contrattuale in cui gran parte dell'ammontare viene subordinata alla crescita della produttività (riducendo di fatto l'incremento salariale in busta in maniera fissa), dopodichè addirittura l'inizativa arrogante di Federmeccanica che dichiara di poter prescindere dall'accordo sul CCNL. Interpretala pure come ti pare ma la realtà è che all'aumentare del peso che viene attribuito alla contrattazione decentrata e ai legami salario/produttività, si ruduce in maniera proporzionale l'importanza e la centralità del Contratto Collettivo Nazionale.

Giuseppe Volta ha detto...

Un esempio di misurazione della produttività applicato al settore della pubblica amministrazione viene dall'agenzia delle entrate della provincia di Trento: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000211.html
Comunque mi pare che già oggi siano piuttosto diffuse delle forme di remunerazione legate a obbiettivi e/o progetti.
Non vorrei banalizzare il problema della misura della produttività perchè so benissimo che è molto complesso, specie per i lavori immateriali, però mi sembra giusto lavorarci e cercare di introdurre dove possibile forme che premiano il merito.

Anonimo ha detto...

Chissà se al Comune di Borgomanero lavorano come negli esempi riportati: in pratica una via di mezzo tra un romanzo di Kafka con lavoratori che registrano manualmente le chiamate in arrivo (ma non sapete che esistono centralini telefonici che lo fanno in automatico?) e un film di Vanzina con i vigili che taroccano il semaforo per fare più multe.
Di più, l’attività amministrativa intesa come una serie di inutili adempimenti burocratici (timbri e registri nominativi di chiamanti) o di furti legalizzati ai danni dei cittadini (già ora molti sono convinti che i vigili si intaschino parte dei proventi delle loro sanzioni).
Chi l’ha detto che l’aumento dei verbali di infrazione è uguale ad un aumento della produttività? Magari è vero il contrario, perché certifica che i vigili sono più presenti sul territorio a controllare e perciò i cittadini commettono meno infrazioni (prevenire è meglio che curare). In un paese di cittadini integerrimi (dove non vengono commesse violazioni al C.d.S.) i vigili non sarebbero produttivi? E l’attività di controllo (del traffico, del corretto svolgimento di manifestazioni, dell’ordine pubblico), di formazione (i vigili si recano nelle scuole per fare lezioni di informazione stradale) o semplicemente prestare un servizio di prossimità, cioè portare il Comune in mezzo alle persone? Tutto questo non conta? O non è misurabile?
E’ vero che come per tutte le aziende che offrono servizi (al contrario di quelle che producono beni per cui i parametri di produttività sono di per sé evidenti), anche per il Comune, è più difficile valutare la produttività della propria organizzazione con criteri che vadano aldilà di quelli usati nel settore privato, come la soddisfazione del cliente.
Proprio perché i servizi offerti sono garantiti da una serie di normative che potrebbero non piacere ai cittadini penso che usare criteri di customer satisfaction non sia del tutto producente. Ma nello stesso tempo il fatto che ottomila e passa comuni in tutta Italia eroghino gli stessi servizi (e così gli ospedali, le agenzie delle entrate, ecc.) fornisce una banca dati enorme per comparare gli aspetti organizzativi, per scambiarsi le buone pratiche (le innovazioni, i metodi organizzativi, le soluzioni più produttive adottate da enti con caratteristiche simili), per utilizzare il benchmarking, cioè il paragone sistematico con le altre realtà (o meglio con le punte più avanzate degli enti pubblici similari).
Almeno nel settore pubblico l’accento sulla produttività (o piuttosto su una valutazione seria della stessa, che sicuramente non verrà fatta con i metodi fantozziani sopracitati) potrà portare non solo benefici per i cittadini ma anche una crescita personale del lavoratore. Nulla impedisce che vi sia un coinvolgimento dei lavoratori nella ricerca di soluzioni organizzative più produttive, anzi ciò sarebbe auspicabile. E naturalmente proprio in virtù di questi criteri oggettivi non ci sarà pericolo che vengano premiati i dipendenti più “vicini” ai dirigenti o agli amministratori.

Anonimo ha detto...

Sventato il PRODItorio attacco al contratto nazionale dei metalmeccanici grazie alla mediazione del PRODIgioso Governo:
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/economia/metalmeccanici-contratto/accordo-raggiunto/accordo-raggiunto.html

Anonimo ha detto...

Peccato che il Ministro Damiano dell'attuale Governo in un intervista pubblicata oggi su La Repubblica, in un articolo intitolato "la chiave di volta è stata la flessibilità" ( http://rassegnastampa.formez.it/ ), dica tra virgolettato che SERVE UNA MANUTENZIONE DEL MODELLO CONTRATTUALE, modificando la vigenza contrattuale da BIENNALE a TRIENNALE ma occorra soprattutto "INCENTIVARE il salario aziendale o territoriale LEGATO ALLA PRODUTTIVITA'".
Il vicepresidente per le Politiche industriali e ambientali di Confindustria, Emma Marcegaglia, ovviamente raccoglie l'invito rincarando la dose: "bisogna fare un salto molto forte verso l'assetto contrattuale aziendale. Il contratto nazionale deve rimanere un paracadute". http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza%5Cdettaglio_news.tpl&del=20080121&fonte=AGI&codnews=213695
Segue a ruota Montezemolo che senza lasciar adito ad interpretazioni afferma "si deve pensare a non ragionare più all'interno di rigidi contratti nazionali.."
Trattasi di un vero e proprio attacco ormai dichiarato apertamente, alla centralità del Contratto Collettivo Nazionale.
Entrando nel merito di quanto contrattato per la parte economica, ritengo gli aumenti concordati ampiamente insufficienti per coprire l'aumento del costo della vita, in quanto i 127 euro saranno divisi in tre tranches. La prima, di 60 euro lorde, verra' erogata a giugno 2008. La seconda, di 37 euro lorde , a giugno 2009 e la terza, di 30 euro lorde, a settembre 2009, e tra l'altro con importanti concessioni a favore delle imprese in materia di orario di lavoro:i sabati di straordinario ''comandati'' passano da 4 a 5 nelle imprese con almeno 201 dipendenti e da 5 a 6 nelle imprese di minori dimensioni. Uno dei sette ''permessi annui retribuiti'' (PAR) a fruizione collettiva potra' essere spostato dall'azienda all'anno successivo con fruizione individuale.
La validità contrattuale viene estesa da 24 a 30 mesi.

Giuseppe Volta ha detto...

l'articolo citato da Ricki lo potete leggere qui.

Anonimo ha detto...

Dal manifesto:
«Due anni fa, quando firmammo l'altro contratto, al governo c'era Berlusconi e la crisi economica era più pesante. Federmeccanica aveva le stesse pretese di oggi e voleva scambiare salario con produttività, ma noi resistemmo. Oggi che c'è il governo Prodi, invece, abbiamo accettato lo scambio. Faccio questo esempio per dire che avremmo potuto firmare un contratto migliore, senza scambi». Giorgio Cremaschi dà un giudizio molto negativo sull'ipotesti di accordo sigliato con Federmeccanica. Il suo è uno dei 12 voti contrari nella riunione del gruppo dirigente Fiom subito dopo la conclusione delle trattative. Il suo giudizio critico riguarda perciò anche la Fiom, sindacato di cui è segretario nazionale e dove fin'ora si era schierato con la maggioranza di Gianni Rinaldini. La sua critica l'ha portato a dimettersi dall'ufficio sindacale, «quello che fa i contratti e dunque il mio giudizio sull'accordo rende incompatibile un impegno di quel tipo». Vuol dire che per te si è esaurita la «spinta propulsiva» della Fiom e lascerai l'organizzazione? «No, posso fare altre cose in Fiom».
A cosa si deve la tua contrarietà all'accordo?
Il mio giudizio è negativo perché si accetta lo scambio tra salario e produttività. Non era previsto nella piattaforma votata dai lavoratori. Si concedono due giornate di straordinari, è la prima volta da anni.
Un sabato e un permesso (par) che però si recupera con altri meccanismi e presuppone il consenso del lavoratore.
Certo, il par è meno grave ma quando lo dicevo io mi veniva spiegato che era vero il contrario, perché il par è di proprietà dei lavoratori. Poi, parlare di recupero di quella giornata di permesso è una cavolata. E' un brutto accordo, abbiamo portato a casa pochissimo sui punti fondamentali, abbiamo pure ripristinato la 3°+, la categoria abolita con le lotte degli anni '70 per garantire il passaggio dalla 3° alla 4°. Sul mercato del lavoro non abbiamo portato a casa nulla, si è confermato il protocollo del 23 luglio con piccoli aggiustamenti. Certo, pesavano gli accordi confederali ma il punto resta. I 44 mesi presentati come un tetto alla precarietà sono piccola cosa, un fatto simbolico che riguarda solo l'intreccio tra contratti a termine e interinali. Ci sono poi tre gravi graffi nella parificazione normativa operai-impiegati: l'aumento della durata del periodo di prova, il calo della retribuzione per i nuovi assunti e la risibilità del guadagno di un giorno di ferie dopo 10 anni e di una settimana dopo 18 anni. Insomma uno scambio, neanche giustificato dall'aumento salariale: parametrati sui 2 anni, i 127 euro si riducono a 97 sul 5° livello, ancora meno per il 3°. E il primo anno l'aumento si ferma a 60 euro, come voleva Confindustria. Negare che si tratti di un accordo negativo vuol dire inquinare la discussione nella Fiom. Inoltre, tutti, da Confindustria a Federmeccanica a Prodi dicono che l'accordo è un primo passo nella direzione del legame salari-produttività, il secondo, più consistente, verrà al tavolo confederale. Aggiungo che parte della Fiom, quella più vicina a Epifani, sostiene la stessa cosa.
Stai dicendo che è venuta meno l'autonomia della Fiom nei confronti della Cgil?
No, resta una differenza: noi abbiamo fatto gli scioperi. Resta la negatività dell'accordo. Dopo la strage della ThyssenKrupp avremmo dovuto prendere una posizione netta contro lo scambio salario-produttività, saremmo stati capiti da tutti.
Stai annunciando la tua uscita dalla maggioranza della Fiom?
Questa domanda va fatta ad altri, non a me. Io sono un sindacalista che guarda con distacco ai partiti che non hanno rapporti con la realtà e applaudono Mastella. Ora voglio capire se il contratto è un incidente di percorso oppure l'inizio di una nuova stagione che chiude quella aperta da Claudio Sabattini con la frase: «Ora non abbiamo più niente da scambiare». E' evidente che la Cgil sta premendo sulla Fiom per chiederle di mettersi in linea sullo scambio salari-produttività, modello cottimo. La mia permanenza in Fiom non è in discussione, la mia collocazione sì.
Il tuo è un gesto che va a colpire su un aspetto simbolico, e i simboli hanno un peso. C'è una sinistra diffusa, quella della pace e contro la precarietà, che ha un rapporto negativo con la sfera politica e i sindacati ma ha sempre mantenuto un rapporto forte in questi anni con la Fiom, vista come una delle poche voci fuori dal coro. Ora a questa sinistra, con la tua rottura, è come se dicessi che anche la Fiom è rientrata nel coro.
Io mi auguro che la Fiom resti fuori dal coro. Ora, sotto la pressione del quadro esterno e della Cgil che ha effettuato una svolta moderata, si trova a un bivio: cedere alla pressione, oppure restare punto di riferimento sociale. O si va avanti e si affianca all'autonomia la critica alla confederazione o si torna indietro, tertium non daur. Non so se l'attuale gruppo dirigente della Fiom si sente di fare una scelta coraggiosa.

Anonimo ha detto...

Sempre dal Manifesto:
«Il giudizio positivo sull'accordo non può nascondere che è il prodotto di un compromesso. Sarebbe un errore parlare di grande successo. Credo che sia l'accordo possibile che ci consente di respingere l'attacco contro l'istituto del contratto con una soluzione dignitosa, soddisfacente». Il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini difende l'ipotesi di accordo sottoscritto da Fim, Fiom e Uilm con Federmeccanica e insiste su un punto: «L'accordo sarà sottoposto al giudizio dei lavoratori, i titolari della decisione».
Come si è sviluppata l'offensiva di Federmeccanica?
Una componente padronale puntava a far saltare il contratto per dimostrare che i meccanici erano un ostacolo all'avvio del tavolo confederale sui salari e, a loro dire, sul sistema contrattuale. Basti guardare il comunicato di Confindustria sull'accordo: sulla produttività e la competitività sostiene che un «sindacato conservatore» avrebbe impedito l'introduzione di importanti innovazioni. E' evidente di cosa stanno parlando.
C'è chi sostiene che quello appena firmato è stato l'ultimo contratto dei metalmeccanici.
Lo affermano Calearo e la Confindustria, ed è visibile in tutti i passaggi della trattativa seguita persino nelle riunioni ristrette, da un rappresentante di Confindustria che affiancava il vertice di Federmeccanica, giocando un ruolo di contrasto rispetto al raggiungimento di un accordo. Ora la più importante associazione imprenditoriale è furiosa perché è stato introdotto un massimale di 44 mesi sia alla proroga dei contratti a termine che all'incrocio con quelli interinali. Non abbiamo ottenuto molto sul mercato del lavoro, ma quel che abbiamo strappato brucia a Confindustria. Quando hanno presentato un «testo finale», persino alla stampa, definendolo praticamente non trattabile, avevano messo in conto la possibilità di far saltare il contratto. Infine, la pretesa di legare la sospensione delle elargizioni unilaterali di danaro alla sospensione degli scioperi andava ancor più nettamente nella direzione della rottura. A questa strategia abbiamo risposto in modo netto e unitario come organizzazioni sindacali, pur partendo da posizioni diverse. Mi sento di dire che le iniziative di lotta cresciute negli ultimi giorni sono la ragione vera che ci ha consentito di riaprire il negoziato: se avessero fatto saltare la trattativa si sarebbe aperta una stagione di scontro sociale pesante.
Così avete fatto ricorso alla mediazione del ministro Damiano. Qualcosa di simile a un lodo?
Il momento più delicato è stato quando Federmeccanica si è presentata al ministro con la richiesta di due sabati straordinari aggiuntivi e un giorno di permesso (par), tentando così di dividerci. Ma nessuno di noi, mentre circolavano nelle agenzie ipotesi di un lodo governativo sostenuto anche da settori confederali, si è reso disponibile a farsi usare dalla controparte e abbiamo ribadito al ministro che la nostra disponibilità non andava oltre un sabato e un par. Sui due sabati la Fiat si è battuta con determinazione fino all'ultimo. Se avessimo accettato di percorrere la strada del lodo avremmo ammesso la nostra impotenza contrattuale, e si sarebbe limitata o annullata la consultazione democratica. E sancito anche la sconfitta della Fiom.
Come valuti il ruolo svolto da Damiano?
Positivamente, è stato un ruolo attivo. Non ha giocato su più tavoli, e alla fine si è affermata con coerenza la proposta dei sindacati.
Non temi che in cambio il ministro abbia promesso ai padroni contropartite nel tavolo confederale sui salari?
Non so se ci sono state promesse. Di voci ne circolano tante, anche di una telefonata tra Prodi e Marchionne. Non posso escludere che si sia ragionato su eventuali misure del governo
Passiamo agli aspetti positivi e a quelli negativi.
La parificazione normativa tra operai e impiegati è diventata un elemento importante: d'ora in poi tutti i metalmeccanici avranno un'unica normativa, che per gli operai vuol dire un giorno in più di ferie dopo 10 anni e una settimana dopo 18. C'è un punto delicato che riguarda la perdita di 103 euro annui per i nuovi assunti, pure compensata dalla nuova normativa sugli scatti di livello che porta a un aumento di 25 euro nel passaggio dal 2° al 3° e di 53 dal 3° al 4°.
Veniamo al salario.
Il 3° livello, l'operaio alla catena, prende 110 euro di aumento parametrato su 30 mesi. Strappare 127 euro di media, calcolati sul 5° livello, ci ha consentito per la prima volta di ottenere, su un contratto allungato di 6 mesi, una cifra maggiore a quella chiesta per la durata normale del contratto.
Un sabato e un giorno di permesso vogliono dire allungamento dell'orario di lavoro.
Ovvio, anche se le pretese della controparte erano ben più pesanti. Un sabato significa 8 ore di lavoro in più, mentre la modifica del meccanismo della «banca ore» consente il recupero del par, e questo potrebbe essere un vantaggio per i lavoratori migranti.
Per la prima volta da anni si è divisa la Fiom. Cremaschi e la Rete 28 aprile hanno votato contro, un 10% che pesa politicamente.
E' un fatto negativo, ma rientra nella dialettica democratica della Fiom. E' già avvenuto in altri contratti. Quei compagni hanno espresso una valutazione sull'accordo che non condivido, ma non ne traggo conclusioni definitive.
Ora ci sarà il referendum. Non farete come le confederazioni, che hanno imposto a chi presentava il testo del protocollo di sostenerlo, a prescindere dal giudizio soggettivo?
Ovviamente auspico un ampio giudizio positivo, sapendo che ci saranno zone di sofferenza e che tra i meccanici non c'è la tradizione al plebiscitarismo. Certo non constringeremo nessuno a parlare o votare contro la sua volontà. Però l'informazione dev'essere corretta, senza nascondere gli aspetti positivi né quelli di compromesso.

Anonimo ha detto...

Alle compagne e ai
compagni della
Rete28Aprile per l'opposizione nella CGIL
_______________________
Roma, 25 gennaio 2008

Care compagne e cari compagni,la crisi del governo Prodi apre una fase politica e sociale completamente diversa. Purtroppo questa crisi conferma tutti i nostri principali giudizi negativi sulla politica economica del governo e quelli sulla debolezza e gli errori dell’iniziativa sindacale confederale e, in particolare, della Cgil. E’
necessaria una nostra riflessione collettiva per approfondire tutta la portata di quanto è avvenuto.
Essa avverrà nelle riunioni dei Gruppi di continuità nazionali, di categoria, di territorio. Ma intanto sento necessario farvi avere queste mie schematiche considerazioni.
Dopo due anni di governo Prodi è molto probabile il ritorno al governo del centrodestra, senza che
sia stata modificata davvero alcuna delle leggi o alcuno dei provvedimenti presi dal governo
Berlusconi, che si ritroverà intatta tutta la legislazione sociale e istituzionale da lui varata. Nel frattempo questi due anni hanno accresciuto la sfiducia dei lavoratori e hanno creato un clima di depressione, mentre peggioravano brutalmente le condizioni di vita. Sul piano contrattuale, ci troveremo di fronte a una crescente offensiva contro il contratto nazionale, ai diritti e alle condizioni di lavoro, nel nome della flessibilità e della produttività, che, a questo punto, avrà a
fianco a sé un governo di centrodestra. Potremo dire, in sintesi, che la politica del meno peggio, per paura del ritorno di Berlusconi, ha portato al peggio e al probabile ritorno di Berlusconi.
Si apre una fase diversa, nella quale tutto verrà messo in discussione e il sindacato confederale e la Cgil saranno messe di fronte alla scelta se piegarsi brutalmente a una linea aziendalista e corporativa o se riprendere il conflitto sociale. E’ difficile che la Cgil possa scegliere questa seconda via senza rivedere profondamente scelte, pratiche, strutture, gruppi dirigenti. Pur con le sue esigue
forze la Rete28Aprila ha rappresentato in questi due anni un elemento di rigore e sincerità nella vita politica della Cgil; riteniamo quindi che sia il momento di dare maggior forza alla nostra Rete e di prepararci agli impegni duri e difficili che avremo di fronte. Per questo l’iniziativa della Rete nei
prossimi giorni dovrà riprendere ovunque, riorganizzando partecipazione ed esperienze, verso
l’assemblea nazionale che dovrà essere a, questo punto, un grande appuntamento per iniziare a
costruire la risposta sociale, politica e contrattuale alla sconfitta del centrosinistra e della politica sindacale del GOVERNO AMICO. Mi sento in queste giornate di chiedere alle compagne e compagni il massimo di disponibilità e generosità, in vista dei tanti appuntamenti e impegni che avremo di fronte.
Cordiali saluti.

Giorgio Cremaschi

Anonimo ha detto...

Il Partito comunista dei lavoratori esprime un giudizio negativo sull’accordo siglato per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
Dopo una lotta di grande significato, intrecciatasi con la reazione di sdegno per la strage alla Thyssen-Krupp, i metalmeccanici non ottengono, con l’ipotesi di accordo raggiunto, un risultato positivo.
L’aumento reale rispetto ai 24 mesi è di 97 euro lordi medi, cioè meno della proposta padronale di 100 euro giudicata inaccettabile dalla stessa delegazione sindacale pochi giorni fa. In cambio di tale miseria si cede sull’allungamento del periodo contrattuale (30 mesi) e sull’aumento, invece della necessaria riduzione, delle flessibilità.
Tutti affermano a parole che i salari sono troppo bassi (le analisi statistiche dicono che i lavoratori hanno perso nell’ultima fase in termini reali in media 1900 euro annui) e le flessibilità da "governare" e ridurre. Poi si continua a perdere sia sul salario che sulle flessibilità.
La responsabilità primaria ricade sulle direzioni burocratiche delle grandi organizzazioni sindacali che con la politica della concertazione hanno accettato tutto ciò, anche in nome degli equilibri politici e di governo.
Il PCL rilancia quindi con forza la sua indicazione della necessità che tutto il mondo del lavoro si unisca in una grande vertenza generale intercategoriale e generalizzata ai disoccupati e giovani per un forte recupero salariale, l’abolizione delle leggi di precarizzazione (legge Biagi ma anche pacchetto Treu) con la trasformazione in contratto a tempo indeterminato di tutti i contratti precari, un salario minimo garantito di almeno 1200 euro netti, un salario ai disoccupati pari all’80% del salario precedente o del salario minimo, etc.
Nei prossimi giorni gli iscritti e sostenitori del PCL nella fabbriche metalmeccaniche, della FIOM come dei sindacati di base, si mobiliteranno ovunque per un massiccio voto no all’ipotesi di accordo.

Anonimo ha detto...

Da iscritto da tanti anni alla Fiom sono sconcertato dalla deriva filocapitalista di tale organizzazione. Ha perso completamente l'autonomia rispetto a CGIL CISL UIL e si è allineata a Confindustria. Cremaschi è una mosca bianca all'interno della Fiom, e non conta nulla purteoppo.
Ciliegina sulla torta come ringraziamento per il pessimo lavoro svolto nella stipula di sto contratto schifoso, verranno trattenute a tutti coloro che, giustamente, non si sono iscritti al sindacato, verrà trattenuta una tantum di 30 euro che verrà versata a CGIL CISL e UIL.
Comunque domani in azienda farò girare questo volantino, tristemente reale e drammaticamente disarmante su che fine abbiano fatto i sindacati.
Ferrando faccia a meno di sperare nel voto NO della Fiom. Saremo solo io Cremaschi e qualch manciata di operai a dissociarsi.
http://www.pubblicoimpiego.cobas.it/Privato/Metalmeccanici/Doc_vol_metalmeccanici/Vol.Conf.Cobas%20AccordoCCNL%20metalm.pdf

Comunque la questione del contratto non c'entra con la finanziaria, suggeriscoa Volta di aprire un nuovo argomento in merito.

Anonimo ha detto...

Penso che siete soliti conservatori e il mondo debba proseguire innovandosi.
Perciò metalmeccanico è inutle che fai vedere il link con il commento dei Cobas sul rinnovo del contratto. Ma lo sai chi sono i Cobas? Sono quelli che fanno le manifestazioni assieme ai NO TAV, sono quelli che fanno le manifestazioni contro la base DAL MOLIN, qui a Cameri fanno le manifestazioni contro gli F35, sono quelli che mettono in dscussione l'alleanza con gli americani! veramente gente che non riconosce il progresso e l'innovazione e non capisce che è l'economia il motore del mondo.
Per noi che abbiamo le aziende non sono affatto bassi gli aumenti concessi ai lavoratori, anzi direi che sono proibitivi, la concorrenza dell'est è agguerrita e incisiva. Io sono d'accordo col fatto che dice Montezemolo. Piano piano il contratto collettivo deve sparire e deve rimanere solo il contratto tra l'impresa e il lavoratore. E' un contratto di diritto privato come tutti gli altri. Io farò la mia proposta in merito a salario ferie orario di lavoro e mansioni. Il lavorator se vuole lo firma e diventa mio dipendente, altrimenti va a lavorare altrove. Mi dite che cosa c'entra lo stato? Era ora che i sindacati CGIL CISL e UIL si ammodernassero, anche se penso che serviranno anni per completare completamente l'evoluzione degli stessi. Meglio tardi che mai.

Anonimo ha detto...

Caro collega piccolo imprenditore non preoccuparti presto scompariranno tutte queste regole sugli orari, i salari, i controlli. Tutela della privacy ha già detto il grande capo.
Vedrai che lo stato non si preoccuperà più delle imprese, noi potremo fare quello che è più utile per la nostra azienda (cosa è sto contratto di diritto privato, gli operai si pagano soltanto se ci rimane qualcosa dopo aver fatto sparire i nostri profitti in modo da non pagare le tasse e naturalmente lavorano se ci sono gli ordini, altrimenti tutti a casa) e l’economia finalmente ricomincerà a tirare senza più lacci e lacciuoli.
Nel teatrino già preparato ci saranno i confederali a fare un pò di rumore di facciata e per finta e poi si venderanno per il solito piatto di lenticchie (qualcuno si è accorto che anche la FIOM ha ormai esaurito la sua spinta propulsiva anticapitalista).
Mi raccomando, però, devi stare molto attento a questi cobas che sono pericolosissimi. Loro hanno capito tutto e bisogna tenerli rigorosamente fuori dalle nostre fabbriche. Non si sa mai: ti entrano in fabbrica, magari anche solo sulle scale, e ti portano la scala mobile (e poi non te ne liberi più).
Loro sono gli unici che difendono veramente i lavoratori, per fortuna che nessun lavoratore se ne è ancora accorto se no sai i grattacapi che avremmo avuto.
Comunque abbi fiducia, caro il mio piccolo imprenditore, il futuro è radioso e luminoso: vuoi che l'Imperatore degli Imprenditori non si ricordi di noi, del suo popolo?

Anonimo ha detto...

Pensavo che il tempo della contrapposizione ideologica fosse un ricordo lontano e che oramai tutti avessero capito che l'unica differenza fra classi, la fa il denaro. Invece da una parte, sento rispolverati polverosi termini come padrone, lotta di classe, ricoluzione proletaria; Dall'atra fanno sorridere certi ragionamenti "antisindacali" visto il totale appiattimento dei suddetti. Possibile che non ci siamo accorti che la piccola imprenditoria ed il suoi dipendente sono praticamente la stessa cosa. Molto spesso il cosidetto "padrone" ha per dipendente qualche suo amico e familiare ed in ogni caso, malgrado le apparenza, non si trova in una situazione economica migliore. Anzi l'operaio è certamente più tutelato e spesso può vantare un migliore stile di vita. E' una guerra tra poveri, non lo avete capito?! Il piccolo imprenditore da al suo operario il doppio di quello che si ritrova in busta, perchè accusarlo di pensare solo ai suoi interessi? Viceversa è davvero imbecille l'Azienda che pensa: "...cazzo con tutto quello che ci costano" ignorando che oltre la metà dello stipendio e dei contributi, sparisce misteriosamente nel buco nero del sistema, visto che non viene neppure utilizzato in servizi o infrastrutture, ne tanto meno c'è redistribuita. Nostalgici trotskisti, non dimenticate quanti imprenditori virtuosi, hanno saputo dare prosperità e futuro ai loro dipendenti. Su queste basi è stato possibile il miracolo italiano, perchè l'operaio con il lo stipendio, ha comprato la casa e fatto studiare i suoi figli, ed oggi molti di loro hanno superato i figli dei padroni. E' vero oggi ci vorrebbe una RIVOLUZIONE, ma attenzione ad identificare il nemico e le armi giuste, che certamente non potranno essere la violenza o il ricatto. Ognuno di noi da elettore e consumatore, ha un piccolo potere, che sommato a quello di milioni di noi, diventa grande (Beppe Grillo docet). Non facciamoci prendere per il culo dal sistema(PARTITI, SINDACATO, FINANZA, MERCATO) apriamo gli occhi e costruiamo la CONSAPEVOLEZZA. Senza un impegno civico quotidiano, non sarà mai possibile edificare una vera ed autentica RIVOLUZIONE CULTURALE e SOCIALE.

Saluti
marco_foti@virgilio.it

Anonimo ha detto...

Marco Foti hai perfettamente ragione, certi termini sono polverosi e occorre aggiornarsi:
il PADRONE è diventato "PARTE DATORIALE"
i LICENZIAMENTI bisogna chiamarli "FLESSIBILITA' IN USCITA";
le invasioni e le operazioni di guerra bisogna chiamarle "OPERAZIONI DI PEACEKEEPING" e potrei continuare...
Condivido quello che ha detto "padrone delle ferriere" anche se oltre ai Cobas allargherei l'opera di tutela dei lavoratori all'intero Sindacato di Base: COBAS, RDB-CUB e SDL Intercategoriale. Purtroppo anche questo frazionamento del sindacato di Base non lo aiuta ad emergere.

Anonimo ha detto...

E’ proprio vero signora mia non ci sono più le mezze stagioni.
E’ tutti questi poveri imprenditori che guadagnano meno dei loro operai: è la solita guerra tra poveri.
“Secondo un indagine della Banca d’Italia che prende come riferimento gli anni dal 2000 al 2006 il reddito delle famiglie con capofamiglia lavoratore dipendente è aumentato soltanto dello 0,3% mentre quello delle famiglie con capofamiglia lavoratore autonomo è cresciuto del 13,1%. Sempre la stessa indagine certifica che nel biennio 2004/2006 si è registrata una crescita del 4,3% in termini reali del reddito da lavoro dipendente mentre nella eterogenea categoria dei lavoratori autonomi va meglio alle famiglie di artigiani e titolari di imprese familiari e imprenditori che hanno visto il loro reddito crescere dell'11,2% dal 2004 al 2006.”
E qui, pensi un po’, una volta era tutta campagna.
E le tasse che spariscono nel buco nero del sistema e non ci danno né servizi, né infrastrutture.
“Il miglioramento nella correzione del deficit - ha sottolineato Almunia, commissario europeo alle politiche monetarie - è assolutamente benvenuto, non solo per l’Ue e per la stabilità europea, ma soprattutto per l’economia italiana e i cittadini italiani. Questo aiuterà a gestire in condizioni migliori le turbolenze finanziarie e a mantenere i livelli di crescita e occupazione adeguati”
Ah, quando c’era Lui sì che si stava bene e i treni arrivavano tutti in orario.
Apriamo gli occhi e non facciamoci più prendere per il culo dal sistema. Apriamo gli occhi e costruiamo la consapevolezza.
“La Quarta Via è diversa dalle altre tre vie perché la richiesta principale che viene fatta ad un uomo è quella di comprendere. Un uomo non deve fare nulla che non abbia compreso, ad eccezione di esperimenti sotto la supervisione diretta del maestro. Più un uomo comprende che cosa sta facendo, maggiori saranno i risultati dei suoi sforzi. Questo è un principio fondamentale della Quarta Via. Il risultato del lavoro è proporzionale alla consapevolezza del lavoro. Nessuna ‘fede’ è richiesta nella Quarta Via; al contrario la fede di ogni tipo è opposta alla Quarta Via, nella Quarta Via un uomo deve soddisfare se stesso con la verità di quello che è detto, e fino a che non è soddisfatto non deve fare nulla”
LOTTA DURA SENZA PAURA PER UNA AUTENTICA RIVOLUZIONE CULTURALE
“Bisognerà ancora e sempre fare la rivoluzione. C'è sempre gente che si sentirà oppressa” (Mao Tse Tung).