giovedì 10 gennaio 2008

Alitalia e Malpensa

Non è un tema strettamente borgomanerese, ma a proposito della cessione di Alitalia si parla molto del destino di Malpensa e per la vicinanza geografica il tema ci interessa. Non mi convincono le argomentazioni pseudo-patriottiche a favore dell’offerta AirOne. Mi sembrano invece molto convincenti e documentati gli interventi di Tito Boeri, Andrea Boitani e Carlo Scarpa, Marco Ponti, che spiegano come una vendita guidata da criteri nazionalistici e antieconomici sarebbe un danno per le casse dello stato e non porterebbe benefici duraturi a Malpensa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Oggi 7/2/2008 su La Stampa è apparso un interessante articolo di Giuseppe Smeriglio sull'argomento Malpensa. Lo pubblico integralmente per rapidità.
A parte le considerazioni sulle "cattive intenzioni" di Air France, ci sono molti dati interessanti e rilevanti dal punto di vista economico (e fiscale) sull'utilità e l'utilizzo delle infrastrutture.
«Sposteranno le merci da Malpensa a Parigi»
LUIGI GRASSIA
Malpensa rischia di scomparire come snodo delle merci se Air France ingloba Alitalia e poi dirotta questo traffico su Parigi». A lanciare l’allarme è Giuseppe Smeriglio, presidente di Trasportoamico (la lobby dei trasportatori italiani): «La decisione su Alitalia penalizza tutto il sistema italiano dei trasporti perché depotenzia Malpensa. L’Italia ha 4 grandi risorse del trasporto che si incrociano nel Nord Ovest. Sono l’Alta velocità/alta capacità del corridoio 5, il Terzo valico che collegherà Genova con il Nord Europa, il porto di Genova e l’aeroporto di Malpensa. Le linee direttrici di queste quattro infrastrutture si incrociano presso Novara e traggono gran parte del loro valore dal fatto di interconnettersi. Ma se ne viene a una, viene meno il sistema. E l’Italia subisce una perdita colossale».

Quanto pesa Malpensa nel traffico merci per via aerea (cargo)?

«Sembrerà incredibile ma solo il 25% delle merci spedite per via aerea dall’Italia verso l’estero transitano da aeroporti italiani. E meno della metà di questa quota fa capo a Malpensa. L’altro 75% utilizza come hub internazionale l’aeroporto di Francoforte e in misura minore quello di Parigi».

Il direttore Giancarlo Schisano ha detto che Alitalia vuol potenziare i cargo a Malpensa. Ma se arriva Air France non c’è rischio che invece i cargo da Malpensa vengano spostati su Parigi?

«È un rischio molto concreto. Perché Parigi è concorrente diretta di Malpensa».

Perché le merci italiane preferiscono Parigi e Francoforte?

«Perché da lì ci sono molti collegamenti diretti verso tutto il mondo, e chi esporta vuole i voli diretti. Soprattutto se si tratta di macchinari o di altre cose delicate, il terrore di chi spedisce è il trasbordo, una fase su cui non si ha più il controllo. Ma Malpensa i voli diretti sono pochi perché non è mai diventata un vero hub».

La Lombardia vuole riempire il vuoto di Alitalia a Malpensa con altre compagnie. Con il traffico merci sarebbe più facile o più difficile che con i passeggeri?

«Ci sono molti spedizionieri internazionali che stanno comprando terreni adatti a ospitare infrastrutture logistiche attorno a Novara, a Vercelli e a Malpensa perché credono nello sviluppo delle infrastrutture che vi faranno capo. Sono compagnie che sarebbero ben liete di fare di Malpensa un hub del trasporto aereo, purché si realizzi il sistema che prevede un porto di Genova in cui i treni arrivano sui binari fino alle banchine, per poi caricare le merci sul Terzo valico che punta a Nord e intercetta il corridoio 5 sulla direttiva Est-Ovest».

Ma è così bello attirare i flussi di traffico? Che cosa importa se i cargo si dirigono altrove?

«Attraverso il Mediterraneo passa il 30% dei traffici mondiali. Ma le merci che arrivano dall’Asia attraverso Suez nel 75% dei casi non si fermano a Genova, proseguono per Rotterdam, dove vengono caricate su camion e portate in Italia. Così l’Olanda guadagna ogni anno 4 miliardi all’anno solo di tasse portuali su merci dirette in Italia, merci che potrebbero fermarsi nel porto di Genova ma non lo fanno perché le infrastrutture sono inadeguate. E del 75% è anche la quota di merci italiane che viaggiano attraverso aeroporti stranieri, con una perdita proporzionale di risorse».