lunedì 22 ottobre 2007

"libertà di blog" a rischio?

Una proposta di legge approvata dal consiglio dei ministri ha scatenato le proteste della rete.

La proposta prevede che per "qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso" sia necessaria "L’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione è condizione per l’inizio delle pubblicazioni dei quotidiani e dei periodici, e sostituisce a tutti gli effetti la registrazione presso il Tribunale, di cui all’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Sono fatti salvi i diritti già acquisiti da parte dei soggetti tenuti a tale registrazione in base alla predetta normativa. "

Significa che per aprire un blog occorre iscriversi al Registro delle comunicazioni. Ammesso che i blog vengano poi inclusi tra i prodotti editoriali.

Come dicevo l'idea che ci siano adempimenti burocratici e costi per aprire un blog ha scatenato reazioni vivacissime in tutta la rete. Le prime critiche sono arrivate da Manlio Cammarata (era settembre), ripreso poi da Spataro su civile.it e da Punto informatico. Dopo sono arrivati i carichi da 11: Repubblica.it e Beppe Grillo. La cosa è stata battezzata "internet tax" e si è scatenata la bagarre.
Riccardo Franco Levi (sottosegretario alle pres. del consiglio, autore del testo) ha smentito qualunque intenzione di censura e Paolo Gentiloni sul suo blog ha subito parlato di errore da correggere. Anche Di Pietro si è detto contrario (entrambi i ministri avevano votato a favore in consiglio dei ministri e si sono scusati per la leggerezza).

A questo punto il rischio censura (voluta o involontaria) sembra per fortuna scongiurato, ma può essere interessante leggere qualche parere più meditato di blogger piuttosto autorevoli che non si sono stracciati le vesti.

Macchianera scrive che la registrazione al ROC in realtà non ha costi e non è niente di più complesso della registrazione di un dominio ".it". Piùblog sfata ilmito dell'impunità dei blogger e spiega che ci sono comunque delle responsabilità anche senza pubblicare su carta.

1 commento:

Giuseppe Volta ha detto...

ora che il caso è rientrato segnalo questa interessante riflessione di uno dei più apprezzati blogger italiani

http://www.suzukimaruti.it/2007/10/25/la-malattia-infantile-del-blogpurismo-riflessioni-a-freddo-dopo-il-rientro-del-caso-roc/