giovedì 4 ottobre 2007

consiglio agitato sulla delibera "ad personam"

Discussione accesa martedì sera sulla variante di piano regolatore. La delibera riguardava due lotti, le polemiche più aspre sono state sul secondo che si trova a S. Stefano. Racconto brevemente quanto è emerso dalla discussione.

Si tratta di un terreno reso edificabile nel 1985 su cui è stata costruita una abitazione. La modifica di piano regolatore dell'85 non è stata riportata sui disegni (un mero errore materiale). Recentemente parte dell'edificio è stata illecitamente modificata e adibita a palestra, un ordinanza del dirigente ha imposto il ripristino alle condizioni originarie, il proprietario ha fatto ricorso al TAR e il comune ha incaricato un avvocato di resistere al ricorso.

A questo punto inizia la parte controversa. Pur con un contenzioso in corso la giunta incarica il dirigente di predisporre una variante. La variante è stata presentata in consiglio dall'assessore (e poi difesa con forza dal sindaco) come semplice correzione dell'errore dell'85, mentre la minoranza l'ha definita una sanatoria dell'abuso edilizio (cioè il cambio di destinazione da abitazione a palestra) e una delibera "ad personam".

In effetti la classificazione deliberata martedì è diversa da quella dell'85 (da 2.10 a 2.3, per chi sa decifrare questi codici) che aveva permesso di costruire. Alla domanda esplicita posta da Fornara e Barcellini se con la nuova classificazione la palestra risulti in regola, assessore e sindaco non hanno risposto, confermando così i dubbi della minoranza. Il fatto che in entrambi i casi si trattasse di clienti dello studio del vicesindaco Cerutti e che il secondo fosse anche in lista con lui ha aggiunto parecchio pepe alla discussione.

Al momento del voto DS, Unire la Città e Margherita hanno lasciato l'aula, Bucciero e Cornacchia (che pure aveva criticato abbastanza aspramente la delibera) si sono astenuti.


Io mi sono fatto l'idea che la delibera sia in effetti la sanatoria di un illecito cambio di destinazione, un abuso minore, fatta per non penalizzare il proprietario, che avrebbe dovuto: disfare il lavoro fatto, chiedere il cambio di destinazione e, ottenutolo, rifare i lavori.

Il fatto però che ci sia un contenzioso in corso aggrava la situazione, perchè il Comune in pratica cambia le carte in tavola a proprio sfavore durante la causa. E' molto probabile che a questo punto la parcella all'avvocato sia sprecata.


Non mi è piaciuto che tutto ciò sia stato insistentemente presentato dal sindaco e dall'assessore Mirizio come la semplice correzione di un errore materiale, senza implicazioni con la causa in corso. Tra l'altro a quanto pare anche in commissione urbanistica i consiglieri non sono stati informati che c'era un ricorso al TAR aperto. L'ultimo aspetto spiacevole di questa delibera è che rafforza la convinzione (già troppo diffusa) che basti rivolgersi allo studio "giusto" per sistemare qualsiasi problema.

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