La recente nomina del primario di neurochirurgia a Novara ha suscitato molte discussioni. Gli attestati di stima per il dott. Panzarasa e per l'equipe del reparto sono stati numerosissimi. Un lettore del blog ci porta il punto di vista di chi ha conosciuto da vicino il reparto.
Caro Beppe,
Avrai letto anche tu i fatti riguardanti la neurochirurgia dell'ospedale maggiore di Novara. Immagino quindi la vicenda ti sia nota, per quanto possa trasparire sui mezzi d'informazione, e avrai letto anche tu, oggi (26-2-2008), la lettera firmata pubblicata sulla La Stampa.
E' difficile entrare nel merito, e anche se i contorni della vicenda appaiono chiari non è opportuno aggiungere altro.
Però ci sono persone che assistono sgomente a tali fatti: sono le persone che hanno conosciuto quel reparto come pazienti. Io sono uno di loro, è stata una tappa del mio percorso clinico, che è proseguito, per motivi che ometto perchè troppo lunghi da spiegare, in altre strutture.
Se ho la fortuna di affrontare serenamente la mia storia clinica è anche grazie alla "magia" che s'instaura tra chirughi e pazienti. E' difficile da spiegare, ma posso testimoniare che tra chirurghi e pazienti nasce una sorta di comunicazione, di "empatia", di "fiducia" che non è solo fiducia, e che tutto ciò è determinate per un buon "risveglio" e per una eccellente qualità della vita per il tempo che resta.
Terzani scrisse che la durata della vita è dipendente dalla forza interiore del paziente e da quanto è ordinata ogni sua giornata.
Questa forza interiore si fortifica con i buoni incontri, dove nasce la "fiducia". Panzarasa è stato per me uno di questi incontri. Una sottile linea rossa che custodisco gelosamente, come credo facciano le molte persone che hanno avuto il proprio cervello nelle mani di un bravo neurochirurgo.
E non ho altro da aggiungere.
Luigi Andrea Bedoni
mercoledì 27 febbraio 2008
neurochirurgia, il punto di vista di un paziente
Etichette: società
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